Da brava toscana quale sono, adoro fiabe e leggende.
Oggi ve ne voglio raccontare una che parla di fate, innamorati, sortilegi e di un posto magico che su molti, me compresa, ha esercitato un vero e proprio incantesimo: il Golfo di Baratti e la sua Buca delle Fate.
Il Golfo di Baratti è uno scorcio di natura (quasi) incontaminata incastonato fra il Mar Tirreno e il Mar Ligure e situato tra Cecina e Piombino, lungo quella che viene definita la Costa degli Etruschi . Il paese più vicino è infatti Populonia, un'antica e importantissima città-stato etrusca, nota fin dall’antichità per l’intensa attività metallurgica legata alla produzione del ferro.
Buca delle Fate è una baia dal fascino misterioso, raggiungibile attraverso un sentiero immerso nelle macchia mediterranea in cui, semi-nascoste dalla vegetazione, potrete ammirare addirittura alcune tombe a camera sotterranea (le così dette tombe ipogee) scavate nella roccia e databili III - I secolo a.C.
Prima di raccontarvi la storia romanticissima legata a questo luogo incantevole, ecco un paio di foto. Scommetto che sarete d'accordo con me nell'affermare che il termine "fatato" qui non è usato a sproposito!
Esistono varie versioni della storia che ha dato origine al nome Buca delle Fate.
La mia favorita è quella che narra di un giovane chiamato Valerio che si recò nel bosco nei pressi del Golfo di Baratti a cercare un fiore speciale da regalare alla propria amata.
Egli non sapeva che quel posto era popolato di creature misteriose: spiriti, sirene e fate che da sempre si divertivano a spaventare viandanti e pescatori con canti misteriosi e apparizioni e sparizioni improvvise fra le rocce e gli alberi.
Giunto a una bellissima terrazza di scogli, vicino alla quale si infrangevano le onde cristalline, il ragazzo adocchiò un meraviglioso fiore di mare e si sporse per raccoglierlo. Proprio in quel momento udì un canto melodioso e si sentì avvolgere da un profumo dolcissimo che lo stordì. Erano le fate che popolavano la baia che in un attimo lo rapirono, portandolo in una caverna sotto il mare.
Dopo averlo a lungo aspettato e non vedendolo rientrare, la fidanzata di Valerio pensò subito ai racconti dei pescatori e decise di avventurarsi fino a quel luogo stregato, per cercare il suo amato. Non trovandone traccia, la fanciulla cominciò a recarsi alla baia ogni giorno, invocando il nome del ragazzo e disperandosi.
Fino a che, un bel giorno, un delfino che nuotava lì vicino, udì il pianto disperato della giovane e, commosso, ne raccolse una lacrima e la trasformò in una preziosissima perla. Ciò fatto, si diresse dalle fate e gliela porse in dono, a patto che liberassero Valerio e lo restituissero alla sua amata.
Le fate acconsentirono e i due innamorati si ritrovarono abbracciati e colmi di gioia sulla scogliera. Ma la felicità durò ben poco: le fate, infatti, riunitesi con le sirene, stabilirono che una sola perla non era abbastanza per lasciare andare un giovane così bello e si misero veloci a rincorrere la coppia. Proprio quando erano sul punto di raggiungerli, il dio Nettuno in persona, impietosito dal loro amore, decise di aiutare i due giovani, offrendo alle fate una stella del firmamento.
Proprio quando stava per donargliela, la stella gli cadde fra le mani e illuminò l'intero golfo, lasciando tutti a bocca aperta, in primis le fate che decisero di smettere di tormentare i due giovani e di tornare alla loro caverna. Valerio e la sua amata poterono così tornare sani e salvi alle proprie case e celebrarono di lì a poco il loro matrimonio.
I due pezzi di stella che caddero in mare, invece, crearono le due caratteristiche scogliere che ancor oggi i locali chiamano Promontorio della Stella e Promontorio dello Stellino.
Che dire? La leggenda da sola vale la gita!
Potete raggiungere Buca della Fate in almeno due modi:
JUST TUSCANY TIPS
I consigli di Federica
PASSA PER… Se decidete di avventurarvi alla ricerca della magica Buca delle fate, non potete non visitare la vicina città etrusca di Populonia e il Parco archeologico di Baratti e Populonia (collegamento ipertestuale), un vero e proprio museo a cielo aperto.
NON DIMENTICARE DI ORDINARE… E se dopo tutto questo girovagare vi dovesse venir fame (e vi verrà, naturalmente!) vi consiglio di recarvi alla ricerca del presidio slow food locale (della costa di Piombino) : la palamita di mare , un pesce tipico dell'Arcipelago toscano. Il suggerimento sarebbe quello di assaggiarla a San Vincenzo durante l'iniziativa Un Mare di Gusto che celebra e festeggia proprio questa specialità, ma visto che ci troviamo d'agosto, potete recarvi anche nella vicina Piombino e magari gustarla assieme ad altre specialità locali (come le seppie in inzimino, lo stoccafisso con patate o il cacciucco).
Chissà che non ci incontriamo proprio là? Io ci spero!
(Crediti fotografici, in ordine di apparizione: www.postinascosti.it, Tripadvisor, www.spiccandoilvolo.com, www.carrozzadergambini.it, www.untrolleyperdue.it, IStock, www.e-borghi.com)
]]>Ciao, sono Federica e sono la mente e il cuore di Just Tuscany. Il mio mondo è ecosostenibile e profumato, è fatto di sapone all'olio extra vergine di oliva biologico toscano e cera vegetale, decorati con botaniche essiccate, nastri di stoffa, sete, essenze e profumi evocativi.